venerdì 8 febbraio 2008

Le ore che tornano


"..a Custom of the Soul / Far after suffering
/ Identity to question / For evidence 'thas been"
E. Dickinson, parte finale del J957 (1864) / F917 (1865)

Nel presente, il passato riesce ad essere sempre presente. Lento, quasi un orologio rotto, fotogrammi di un fermo immagine;
la stessa scena, ripetuta. Senza pecche, il lavoro sporco degli attori.

Le lancette tornano sempre sulla stessa ora. Le stagioni si ripetono. Il passato torna presente, ricolmo di sè, goccia nel mare, poi pioggia nell'oceano.
Di fianco sulla scrivania ho il libro che leggo: d'improvviso i pensieri non mi paiono più lettere. Numeri.
Dove il ritmo quasi regolare del cuore segna inequivocabile il nostro tempo, ciclico, infinito.

I battiti tornano ancora sulle stesse ore, sempre le stesse ore, il passato torna a scorrere nelle vene. Come l'immagine nello specchio è nell'istante in cui guardiamo, copia di ciò che solo poco fa saremmo potuti essere.
Mi sembra di scrivere sempre sullo stesso foglio, parole che si sovrappongono.