martedì 8 gennaio 2013

Comunicazione come (dis)unione

In questi giorni sto applicando con qualche difficoltà la buona pratica di una sola cosa alla volta,
e con risultati molto scarsi per altro.
Così oggi scopro che Roberto Saviano ci segnala questo interessante blog su tumblr:
http://weneverlookup.tumblr.com
Cosa provate nell'aprire quella pagina? Io mi sento molto stupido a scorrere quelle foto,
mi sembra di guardarmi allo specchio, sono così per gran parte del tempo libero della mia giornata!
Ma come ho/abbiamo fatto?



Le nuove tecnologie nel giro di pochi mesi sono talmente radicate nei nostri atteggiamenti, che non riusciamo più a renderci conto dell'isolamento e l'apatia sociale a cui ci riduciamo con le nuove forme di comunicazione.

Ipotizzavo questa sera che le persone che hanno uno smartphone probabilmente comunicano più facilmente e spesso con una persona da un'altra parte che con quelle attorno a loro. Poi quando le stesse persone incontrano i destinatari dei loro messaggi/facebook/email/whatsup dal vivo, si ritrovano probabilmente a parlare con ulteriori altre persone, piuttosto che aprire discorsi già esauriti con i presenti. Lo definirei il paradosso dell'eterna comunicazione distante.




Comunichiamo solo a una buona distanza di sicurezza, come quando guardiamo il telegiornale e possiamo vedere caterve di morti e problemi in una realtà che non ci è fisicamente vicina.
Ho conosciuto persone che si sono trovate meglio "a commentarsi su facebook" che a parlarsi dal vivo. Sono magari amici di amici che si conoscono e si parlano, ma su social network riescono a sentirsi più liberi dell'imbarazzo, la magia naturalmente svanisce nella cruda, difficile, deprimente realtà.

In effetti la comunicazione che include corpi reali, che si vedono e sono a portata di tocco hanno delle barriere implicite psicologiche non indifferenti. Immaginatevi Freud quanti chili di pagine scriverebbe con tutto il materiale che mostriamo giornalmente nella nostra progressiva riduzione verso il silenzio vocale, la scomparsa dei suoni che danno forma e presenza ai pensieri. Forse troppo materiale? Chissà che non impazzirebbe lui stesso difronte alla follia sociopatica dilagante.



Ma voglio chiudere la chiosa con una citazione inglese su base scientifica:
According to unshakable rules of physics, the more friends you have, the less of friends they are.

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